Proteste in Marocco dopo la sentenza per gli abusi subiti una bambina di un 11 anni, che ha condannato i tre responsabili a 24 e 18 mesi di carcere. Compiuti 12 anni, la vittima di violenze ha partorito il bambino concepito durante uno degli episodi che si sono susseguiti per mesi
Marocco: proteste dopo la sentenza per gli abusi subiti da una bambina di 11 anni
In Marocco una sentenza per stupro è sfociata in giorni di proteste. I tre responsabili di violenze sessuali ai danni di una bambina di 11 anni sono stati condannati a 24 e 18 mesi di carcere. La pena è molto ridotta rispetto a quanto previsto dalla legge marocchina. Infatti, per le violenze sessuali ai danni di minorenni si prevedono dai 20 ai 30 anni di carcere. Tuttavia, la stessa legge consente ai singoli giudici di applicare attenuanti, questa discrezionalità molto spesso sfocia nell’impunità dei responsabili, o quantomeno in pene molto meno gravi di quelle previste.
La bambina vittima di abusi sessuali, che ha dovuto dare alla luce il figlio concepito durante un episodio di violenza, ha ottenuto dalla sentenza un risarcimento equivalente a circa 4500 euro. Questi soldi servirebbero a coprire le spese di mantenimento per il neonato, poiché la legge non prevede che il colpevole assista economicamente il figlio nato dalla sua violenza.
Le persone che in questi giorni si stanno radunando fuori al tribunale di Rabat, stanno quindi portando avanti una protesta contro il sistema giudiziario marocchino. Infatti, la libertà lasciata ai giudici a proposito di attenuanti, fa sì che il maschilismo dilagante si rifletta nelle condanne. E così tre uomini responsabili di aver violentato una bambina per mesi, grazie ad attenuanti e alla custodia cautelare, usciranno dopo pochi mesi di carcere.
Ricostruzione dei fatti: lettera al ministro della Giustizia
Le violenze ai danni della bambina di 11 anni, che i giornali indicano solo con l’iniziale del nome (S.), sono iniziate nel 2021. La vicenda è stata denunciata pubblicamente attraverso la lettera di una sociologa indirizzata al ministro della Giustizia. Nella lettera, poi pubblicata, si raccontano i fatti.
Nella primavera del 2021, mentre la bambina si trovava da sola a casa, è stata aggredita da un uomo che adesso ha 22 anni. Nei giorni successivi, non soltanto le violenze si sono ripetute, ma si sono aggiunti anche un uomo di 37 anni (parente del primo) e un altro di 32 anni (vicino di casa della bambina).
Nelle violenze è stata coinvolta anche la nipote di uno dei tre, che doveva controllare che i genitori della bambina non tornassero a casa mentre gli aggressori si trovavano lì. I tre uomini avevano altresì minacciato la bambina, dicendole che se avesse raccontato quanto subiva sarebbe stata uccisa insieme alla sua famiglia.
A causa delle violenze, la bambina è rimasta incinta, e uno degli uomini aveva diffuso la voce che la piccola fosse «di facili costumi». Queste voci hanno raggiunto il padre della bambina, che ha portato la figlia dal medico per confermare la gravidanza.
Le violenze sono state scoperte e i tre uomini arrestati. Tuttavia, considerata la sentenza del giudice, tempo pochi mesi e saranno di nuovo in libertà.