Chi è Robert Oppenheimer, il fisico che ha realizzato la bomba atomica

Robert Oppenheimer, l'inventore della bomba atomica

In occasione dell’uscita nelle sale dell’omonimo film di Christopher Nolan, ecco tutto quello che c’è da sapere su Robert Oppenheimer, il fisico che, tra le altre cose, è ricordato inevitabilmente per essere colui che ha realizzato la bomba atomica.

Robert Oppenheimer: dagli studi al Trinity Test e il Progetto Manhattan

Julius Robert Oppenheimer nasce a New York il 22 aprile 1904. Il padre, Julius S. Oppenheimer, era un importatore tessile, un ebreo tedesco che emigrò negli Stati Uniti nel 1888, mentre la madre era una statunitense anch’essa di origini ebraiche e tedesche, un’esperta d’arte che studiò a Parigi e che possedeva un Atelier proprio a New York. Egli dimostrò da subito di essere un piccolo prodigio, frequentò la New York Society for Ethical Culture e dopo tre anni iniziò a studiare fisica con un docente privato. Nel 1922, dopo un anno di studi in chimica ad Harvard, decise di passare alla fisica, seguendo le orme del suo mentore Percy Williams Bridgman, futuro premio Nobel. Ad Harvard si laureò con lode nel 1925 ma proseguì i propri studi al Laboratorio Cavendish presso la Cambridge University, dove lavorò anche per un breve periodo come ricercatore.

Oppenheimer continuò la sua carriera accademica all’università di Georg-August di Gottinga, scrisse La Teoria Quantistica degli Spettri Continui e nel 1926 ottenne il dottorato. Tra il 1927 ed il 1928 inoltre, scrisse insieme a Max Born un articolo sull’Approssimazione Adiabatica, detta anche Approssimazione Born-Oppenheimer, un punto di riferimento per ogni studio nel settore molecolare. Inoltre, il 1928 fu anche l’anno della scoperta dell’Effetto Tunnel, ancora oggi alla base del funzionamento di moltissimi dispositivi elettronici, memorie non volatili a stato solido e dispositivi a punti quantici. Nel 1929, dopo aver discusso la Teoria Quantistica dell’Elettrone di Paul Dirac, tornò negli Stati Uniti dove iniziò ad insegnare fisica teorica, continuando però i suoi studi da ricercatore, in primis su acceleratori di particelle sul bombardamento di nuclei pesanti con deuteroni e sul fenomeno di sciami atmosferisci su di raggi cosmici. Nel 1939 pubblicò inoltre La Contrazione Gravitazionale, lavoro che ipotizzò l’esistenza di stelle di neutroni e buchi neri. La sua vita cambiò però definitivamente tre anni dopo.

Nel 1942 infatti, per il suo straordinario lavoro e per come egli fosse in grado di spiegare in maniera estremamente chiara e concisa le proprie intuizioni e nozioni, gli Stati Uniti lo chiamarono a dirigere il Progetto Manhattan, un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale. Oppenheimer accettò e, a differenza dei suoi illustri colleghi, fu sempre consapevole delle sue grandi responsabilità legate al lancio delle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki dell’agosto 1945 e celebre fu la frase che pronunciò durante il Trinity Test – il nome in codice della prima detonazione di un’arma nucleare nella storia dell’umanità – in cui disse “sono diventato la morte, distruttore di mondi”.

Dal dopoguerra alla malattia e morte

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Robert Oppenheimer decise di opporsi alla costruzione della bomba a idrogeno, convinto che ciò non avrebbe risolto i problemi degli Stati Uniti e che, piuttosto, ci si sarebbe dovuti concentrare sulla realizzazione di armi nucleari tattiche. Questa sua visione si trovava però in antitesi con quella del paese e di politici come Joseph McCarthy che nel 1954, a seguito di un’inchiesta, gli vietò l’accesso ai segreti atomici, accusandolo di essere comunista. Riuscì però a mantenere la sua carica di direttore e professore dell’Institute for Advanced Studies di Princeton, grazie all’insurrezione della comunità scientifica ed in primis di Albert Einstein, posizione che ricoprì fino alla sua morte. Fece gran clamore la decisione presa nel 1955 da Henry Schmitz, presidente dell’università di Washington che decise di cancellare improvvisamente un invito a Oppenheimer per tenere una serie di conferenze e che portò ad una vera e propria insurrezione da parte degli studenti. Durante la loro marcia di protesta, lo stesso stato di Washington dichiarò fuorilegge il partito comunista e chiede un giuramento di fedeltà a tutti i dipendenti governativi. Edwin Albrecht Uehling, presidente del dipartimento di fisica e collega di Oppenheimer a Berkeley, fece appello al senato dell’università e la decisione di Schmitz fu ribaltata, nonostante non tenne mai le lezioni prefissate.

Insieme a Bertrand Russell, Albert Einstein ed altri scienziati ed accademici, Oppenheimer fondò inoltre quella che nel 1960 divenne la World Academy of Art and Science e sottolineò in ogni suo scritto o conferenza come lo studio e scambio di idee in ambito scientifico fosse costantemente ostacolato dalla politica. Con gli anni ’60 iniziò anche una sorta di riabilitazione della sua figura e John F. Kennedy, nel 1963, decide di conferirgli l’Enrico Fermi Award con questo preciso intento. Il premio era di natura principalmente simbolica, visto che egli continuava a non avere un’autorizzazione di sicurezza e non poteva influire nella vita politica ma Kennedy, da sempre suo grande ammiratore, ci teneva lo ricevesse.

Accanito fumatore, a Robert Oppenheimer fu diagnosticato un cancro alla gola nel 1965, che non riuscì però a migliorare in nessun modo dopo un anno di interventi e chemioterapia. Il 15 febbraio 1967 finì in coma nella sua casa di Princeton e pochi giorni dopo, il 18 febbraio, morì all’età di 62 anni. La settimana successiva si tenne una commemorazione alla Alexander Hall nell’università di Princeton, a cui presero parte oltre 600 suoi collaboratori, la sua famiglia ed il fratello Frank. Oppenheimer fu cremato e la moglie Katherine Vissering gettò le sue ceneri in mare, vicino la sua casa sulla spiaggia.

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