Con una manovra che potremmo definire storica, il governo a votato per il cosiddetto terzo mandato, che cambia considerevolmente la natura delle elezioni comunali nei piccoli comuni, con delle ripercussioni che si osserveranno per tutti i cittadini, soprattutto se amministrati da una giunta comunale e da un sindaco che intende rinnovare il suo mandato. Ma che cos’è il terzo mandato, come funziona e che cosa cambia?
Terzo mandato: che cos’è e come funziona
Il funzionamento del terzo mandato è molto semplice, come suggerisce il nome stesso di questa manovra posta in essere dal governo: a differenza del passato, in cui c’era il limite di due mandati per ricoprire la carica di sindaco, con il terzo mandato un sindaco potrà candidarsi per la terza volta in un comune, ma solo se questo presenta un numero complessivo di cittadini che va da 5000 a 15.000. Per i comuni più estesi geograficamente o per le città non cambia nulla.
Abolito limite di mandato nei piccoli comuni
Nella manovra prevista dal governo c’è un’aggiunta considerevole: se il terzo mandato cambia la struttura dei comuni e delle elezioni a sindaco in quei comuni che vanno dai 5000 ai 15.000 abitanti, in quelle realtà piccole, che sono stabilite in base al numero dei cittadini che dovrà essere inferiore a 5000, viene abolito il limite di mandato. Ciò significa che si possono osservare i casi di sindaci avvita all’interno dei piccoli comuni, senza più limite di mandato in quelle amministrazioni più piccole che prevedono l’elezione di un sindaco. Ovviamente, ci sarà sempre possibilità di candidarsi con più liste e partiti, ma un sindaco che ha già ricoperto la sua carica per diversi anni potrà continuare a candidarsi.