Non tutti conoscono la dieta chetogenica, molto spesso anche conosciuta con l’abbreviazione “dieta keto”. Si tratta di un tipo di dieta che è stata soggetta ad argomentazioni e discussioni scientifiche nell’ambito nutrizionale, poiché legata alla perdita di peso. Negli ultimi anni si è tanto parlato della dieta chetogenica, un approccio all’alimentazione che presuppone il consumo di ingredienti ricchi di grassi e poveri di carboidrati. Lo scopo di tale dieta è quello di indurre il corpo ad uno stato metabolico chiamato chetosi, dove il soggetto brucia i grassi per poter ottenere l’energia di cui ha bisogno per vivere, e non gli usuali carboidrati. Per saperne di più: ecco cos’è e come funziona la dieta chetogenica.
Che cos’è la dieta chetogenica: ecco come funziona
La dieta chetogenica è basata sulla riduzione del consumo di cibi ricchi di carboidrati per aumentare consequenzialmente quegli alimenti grassi, da cui il corpo deve poi trarre energia. Dunque, in questo modo avviene il passaggio della fonte primaria di energia per poter consentire la corretta esecuzione delle funzioni vitali del corpo, aspetto fondamentale per la sopravvivenza di un essere vivente. La dieta chetogenica è un approccio alimentare finalizzato ad abbandonare il glucosio, derivato dai carboidrati, in favore della generazione – durante il processo – di molecole conosciute chetoni.
Gli alimenti consigliati per la dieta chetogenica
Per potersi approcciare alla dieta chetogenica, c’è bisogno di conoscere gli alimenti da selezionare accuratamente. D’altronde, quando si fa riferimento ai grassi si intendono quelli sani contenuti in cibi come l’avocado, le noci, l’olio d’oliva e così via. Ma anche le proteine sono necessarie, quindi alimenti come la carne magra e il pesce possono essere tranquillamente inclusi in questa tipologia di dieta.
Sono da escludere, invece, quegli ingredienti ricchi di carboidrati, tra cui la pasta, il pane, la frutta, lo zucchero e persino i cereali. Se non li si vuole escludere del tutto, si consiglia comunque di consumare delle quantità limitate. Si tratta di una restrizione drastica, poiché togliendo i carboidrati al corpo, quest’ultimo entra in chetosi, e quindi i già citati chetoni diventano la fonte primaria di energia.
I benefici tratti dalla dieta chetogenica
I benefici che possono essere tratti dalla dieta chetogenica riguardano diversi aspetti salutari, tra cui la perdita di peso in tempi rapidi. Infatti, la chetosi riesce ad indurre il corpo a bruciare i depositi di grasso per poter ricavare l’energia di cui ha bisogno, promuovendo e accelerando il processo di dimagrimento. Inoltre, il glucosio e gli zuccheri spesso sono protagonisti di stimolazioni negative per il sangue e il corpo, ma con la dieta chetogenica si limiterebbero gli eventuali danni o si ridurrebbero in principio le possibilità di contrarre qualche malattia legata a tale aspetto. I livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, invece, vengono influenzati positivamente da questa tipologia di dieta. Infine, si andrebbe incontro ad una stabilizzazione del flusso di energia grazie all’ossidazione dei grassi, e si arginano i picchi e/o le cadute di energia.
Considerazioni finali: i possibili svantaggi della dieta chetogenica
Prima di concludere, è necessario e giusto realizzare delle considerazioni finali, pensando anche ai possibili svantaggi derivati dalla dieta chetogenica. La fase di chetosi potrebbe portare alla cosiddetta “influenza cheto”, i cui sintomi sono: affaticamento, problemi di digestione, debolezza, nervosismo. Anche se, va segnalato, tali sintomi sono destinati a scomparire nel tempo. Inoltre, siccome c’è da prestare attenzione ai carboidrati consumati, eliminare alcuni alimenti potrebbe comportare una carenza di nutrienti nel corpo.
Per tale ragione, prima di cominciare la dieta chetogenica è opportuno consultare un professionista del settore, così da personalizzarla per evitare danni. Infine, riguardo il concetto di danni, alcuni studi attuali sono ancora focalizzati sugli effetti a lungo termine della dieta chetogenica, in quanto essa nel tempo potrebbe, forse, avere un impatto negativo sulla salute cardiovascolare.