Arrestato Saeed Roustayi, il regista di Leila e i suoi Fratelli

Il regista iraniano Saeed Roustaee

Purtroppo la possibilità che ciò accadesse era nell’aria sin da quando presentò il suo film, Leila e i suoi Fratelli, alla 75esima edizione del Festival di Cannes, ma adesso è ufficiale: Saeed Roustayi è stato arrestato. Il regista iraniano è stato condannato, insieme al produttore Javad Noruzbegi, a 6 mesi di carcere, oltre ad un divieto di tornare in patria di 5 anni, proprio per via del film da lui presentato al Festival cinematografico più importante del mondo.

Chi è Saeed Roustayi, regista di Leila e i suoi Fratelli

Nato a Teheran il 14 agosto 1989, Saeed Roustayi è un regista iraniano che, dopo aver diretto il quasi sconosciuto Abad o Yek Ruz nel 2016, entra nel giro dei Festival cinematografici con Metri Sis o Nim del 2019 – che fu presentato alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, oltre ad ottenere una candidatura ai premi Cesar per il migliori film straniero e la vittoria per il premio al miglior regista al Tokyo Film Festival. Raggiunge poi il successo e la notorietà con Leila e i suoi Fratelli, film che nel 2022 ha partecipato in concorso alla 75esima edizione del Festival di Cannes, vincendo il premio FIPRESCI.

Saeed Roustayi: dalle polemiche all’arresto

Come detto, nel 2022 Roustayi partecipa al Festival di Cannes con il film Leila e i suoi Fratelli. Un film largamente apprezzato, vincitore del premio FIPRESCI ed in competizione per la vittoria dell’ambita Palma d’Oro, ma la cui presenza in Francia non è stata apprezzata da tutti.

Il governo iraniano non ha infatti apprezzato la presenza del film in un Festival così importante, soprattutto il Ministero della cultura e dell’orientamento islamico, che non ha apprezzato le critiche mosse al governo all’interno del film e la sua distribuzione nelle sale, da loro mai approvata. A destare ulteriore scalpore fu anche il bacio che Navid Mohammadzadeh diede alla moglie proprio sul red carpet, dunque davanti a tutti e davanti alle stesse telecamere.

Il governo iraniano ha dunque deciso di usare il pugno duro, condannando Saeed Roustayi ed il produttore Javad Noruzbegi a 6 mesi di carcere e 5 anni di divieto a rientrare in patria. Il mondo del cinema si è immediatamente speso in difesa di Roustayi, soprattutto Martin Scorsese, che ha fatto partire una petizione in suo favore.

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