Tutto ciò che c’è da sapere sull’Etna, il vulcano più grande d’Europa

Informazioni sul vulcano Etna

Nella zona nord-orientale siciliana, più propriamente nei pressi di Catania e Messina, è situato il vulcano più grande d’Europa: l’Etna. Si tratta di uno dei vulcani più attivi del mondo, di cui sono state registrate molteplici eruzioni nel corso della sua antica storia. Siccome l’Etna è il vulcano più alto in Europa ed è ancora attivo, rappresenta un simbolo della potenza della natura e caratterizza la geografia nonché la cultura della costa orientale della Sicilia. Il territorio circostante, invece, è stato denominato “Parco Nazionale” a partire dal 1987, ed è diventato patrimonio UNESCO dal 2013. Oggi l’Etna è ormai noto in tutto il globo, dato il tesoro geologico insito in lui. Allo scopo di approfondire quanto descritto: ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’Etna

Caratteristiche geologiche: Quanto è alto l’Etna? Quali sono le sue origini?

L’Etna è un vulcano che presenta la forma a cono pronunciato, motivo per cui non solo è da considerare come uno stratovulcano, ma è anche conosciuto come vulcano a cono composito. Ciò deriva dall’interazione delle placche tettoniche, dato il processo noto come subduzione: la placca africana spinge da sotto la placca euroasiatica, accumulando così il magma fuso risalito in superficie tramite le fessure nella crosta terrestre. Dunque, la forma precedentemente citata deriva da millenni di accumuli, i quali hanno permesso all’Etna di ottenere la sua odierna struttura. Non tutti sanno che l’altezza del vulcano siciliano si è prestata a dei cambiamenti nel tempo, causati dall’intensità di ciascuna eruzione. 

Infatti, agli inizi del Novecento si poté registrare un’altezza di 3274 metri sul livello del mare, e una crescita di poco più di 100 metri in circa cinquant’anni. L’ultima misurazione risale al mese di luglio nel 2018, ed è pari a 3326 metri. Per quanto riguarda le caratteristiche geologiche dell’Etna, c’è da sapere che alle pendici del vulcano si trovano tantissimi diversi ambienti, tra boschi arricchiti dalla presenza di alcune specie botaniche endemiche e aree coltivate, passando poi per le zone maggiormente aride contraddistinte dalla roccia magmatica. 

Le prime eruzioni dell’Etna sono avvenute circa 500.000 anni fa, quando l’attività abbondava sotto il mare, e ciò ha comportato la formazione di numerosi crateri. Durante l’inverno, più precisamente da novembre fino a marzo, nelle parti più alte dell’Etna cade la neve. Il vulcano in questione, non a caso, è stato scelto come soggetto da numerosi poeti e pittori, ma anche da scienziati interessati alla sua particolare formazione e alla struttura. Attualmente, di fatto, si possono osservare centinaia di fratture e coni (circa 300 complessivamente), e l’Etna è da considerare come un laboratorio a cielo aperto vista la sua antica attività, descritta sin dai tempi della Magna Grecia.  

Quanti crateri ha l’Etna? 

L’Etna ha ben cinque crateri differenti, ovvero quello di nord-est, la Voragine, la Bocca Nuova e infine il suggestivo complesso craterico di sud-est. Inoltre, ci sono numerose bocche di esigue dimensioni lungo i fianchi dei crateri più larghi. C’è da dire che inizialmente (300.00 anni fa) le attività vulcaniche avvenivano regolarmente nella zona più a sud-ovest della cima del vulcano, e le varie eruzioni fecero lentamente crollare la cima favorendo la composizione di una serie di caldere. Per tale ragione, l’estetica della montagna si è modificata in via definitiva. 

Mitologia e influenze culturali

L’Etna ha chiaramente plasmato la geografia della Sicilia, influenzandone sia la storia che la cultura. Infatti, il vulcano più grande d’Europa è diventato il fulcro di tanti miti e leggende antiche, alcune tramandate fino al tempo presente. In passato veniva spesso associato al Dio del fuoco, generando racconti di evidente derivazione greca. Va anche segnalato come l’Etna si sia gradualmente stagliato nell’immaginario collettivo, poiché è stato frequentemente rappresentato in opere d’arte, di poesia e di letteratura, descritto come un simbolo di potenza e di bellezza naturale. 

Il paesaggio circostante al vulcano siciliano è unico, ed è possibile persino osservare delle eruzioni occasionali, motivo per il quale accorrono ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Per ciò che concerne più da vicino la Sicilia, il vulcano situato nei pressi di Catania e dello stretto di Messina è stato in grado di creare una vera e propria connessione radicata con la natura. Infatti, i siciliani nutrono un sentimento di profondo rispetto per lui e la natura, nonostante l’attività regolare e imprevedibile dell’Etna. 

Attività dell’Etna: uno dei vulcani più laboriosi del presente

L’Etna è uno dei vulcani più laboriosi del presente, poiché la sua attività si è regolarizzata a partire da 300.000 anni fa, spostandosi piano piano dalla zona sud-ovest fino a quella centrale. Tuttavia, è corretto segnalare che l’Etna presenta una frequenza assidua in quanto a eruzioni, e nei tempi recenti ha addirittura incrementato tale dato, così come l’intensità di ciascuna eruzione. Nel 2021 si è registrato un fatto alquanto interessante: l’Etna ha eruttato ogni due giorni, ma a seguito di ciascun fenomeno ha aumentato il livello di potenza. Si pensi al fatidico 7 marzo 2021, quando a fronte di una giornata di pioggia l’Etna si è scatenato eruttando un parossismo, a tal punto da formare una mastodontica nuvola di cenere e lapilli, la quale ha raggiunto persino Milo, Riposto e Giarre. 

Perché l’Etna è così attivo?

In quanto stratovulcano − o vulcano a cono composito −, l’Etna ha una forma conica molto ripida e un profilo decisamente pronunciato in confronto agli altri monti appartenenti alla categoria dei cosiddetti vulcani a scudo. Infatti, il termine “stratovulcano” lo si deve al particolare processo con cui si formano questi vulcani, ovvero tramite la sovrapposizione di strati composti da materiali vulcanici differenti, tra cui la lava solidificata, le ceneri vulcaniche e i detriti. 

Ecco spiegato perché l’Etna è così attivo, con eruzioni esplosive e violente nella maggioranza dei casi, data la viscosità parecchio elevata della lava, la quale causa l’accumulo interno di pressione e gas. Tuttavia, non è sempre le eruzioni dei suddetti vulcani sono catastrofiche; in tal senso, l’Etna ha presentato sia eruzioni lente − con una progressiva fuoriuscita di lava − sia eruzioni violente − con tanto di emissione di ceneri e materiale piroclastico −. 

L’Etna è pericoloso? Le attività di monitoraggio 

Sin dall’alba dei tempi, l’Etna viene considerato oggetto di molteplici ricerche scientifiche, ed è ampiamente monitorato. Di fatto l’attività di monitoraggio consiste nella fondazione di una vera e propria rete, implementata allo scopo di osservare diversi fenomeni tra cui l’attività sismica, il rilascio di gas vulcanici e le variazioni del terreno, così da poter prevedere le eventuali eruzioni e il relativo impatto, dato dall’intensità. La finalità ultima è quella di raccogliere quante più informazioni possibile per gestire al meglio i rischi e la sicurezza pubblica. Da questo punto di vista, gli scienziati studiando l’Etna intendono comprendere i suoi processi geologici per prevedere le eruzioni e proteggere così la popolazione locale dagli effetti. 

L’impatto ambientale dell’Etna

Ci si chiede che impatto abbia avuto, e ha tuttora, l’Etna sull’ambiente. Inevitabilmente, il vulcano ha influenzato definitivamente la geografia siciliana a lui circostante, a causa delle sue eruzioni e agli abbondanti flussi di lava. Infatti, il patrimonio geologico qui presente vanta paesaggi unici, nonché delle distese di terreno vulcanico fertile, grazie alle quali è possibile coltivare ingredienti ricchi di sostanze nutrienti. 

Per par condicio bisogna segnalare anche le influenze negative dell’Etna sull’ambiente, poiché l’impatto del vulcano comporta numerosi pericoli, tra cui frequenti frane causate dal rilascio di gas vulcanici, nonché l’instabilità dei terreni. Dunque, da un lato l’Etna con le sue eruzioni può distruggere alcune infrastrutture in loco, ma bilancia alterando il paesaggio circostante: sono nate nuove realtà geologiche con biodiversità uniche.  

L’impatto sull’ecosistema 

L’Etna non solo ha un impatto sull’ambiente, bensì sull’intero ecosistema circostante. Per gli animali e le piante vivere nei pressi di un vulcano comporta delle difficoltà, a causa della costante attività vulcanica, e perciò hanno dovuto adattarsi a questa realtà ambientale. Alcune tipologie di piante sono in grado di colonizzare il suolo vulcanico, mentre alcuni uccelli vivono nelle zone meno colpite dalle eruzioni. Per tale ragione, l’Etna è riuscito ad elevarsi come simbolo di forza della natura. Infatti, flora e fauna sono state inarrestabili, persino quando la loro vita è andata incontro a condizioni estreme. 

I luoghi di interesse nei pressi dell’Etna

L’antica storia dell’Etna prende vita a partire da un testo scritto risalente a circa 2.700 anni fa, ragion per cui si tratta di un vulcano descritto dall’Unesco come uno dei più documentati al mondo nell’ambito. Tutto ciò che contraddistingue l’Etna − dalle ceneri ai crateri, passando per le colate di lava − ha dato vita a una serie di paesaggi montani conosciuti internazionalmente. La geografica circostante, come precedentemente segnalato, prende il nome di “Parco Nazionale”. All’interno di quest’ultimo c’è la depressione denominata Valle del Bove, incredibile da osservare in tutta la sua imponenza. Originata dal collasso di due coni (due pareti parziali del vulcano), la Valle del Bove si è formata circa 64.000 anni fa nella zona orientale dell’Etna. 

La storia della suddetta depressione è particolare: con il presentarsi di diversi fenomeni vulcanici, tra cui proprio il collasso dei crateri noti come Trifoglietto I e Trifoglietto II, si è generata una caldera profonda più di un chilometro e larga circa cinque chilometri. Vi è poi la Grotta del Gelo, una cavità che ospita un suggestivo ghiacciaio da cui prende il nome. Le Grotte dell’Alcantara si sono formate a causa dell’azione erosiva esercitata proprio dalle acque gelide che compongono l’omonimo fiume. Nei pressi del Parco Nazionale dell’Etna sono ormai imperdibili alcune località abitate: Taormina, Val di Noto, Piazza Armerina, Pantalica, Siracusa, Catania

Come raggiungere l’Etna

L’esperienza da vivere sull’Etna può concretizzarsi in molteplici modalità. In primo luogo, si potrebbe optare per la funivia, il mezzo di trasporto più suggestivo e rapido a cui fare affidamento per cominciare la propria escursione. Si potranno così osservare dei panorami mozzafiato, sia sul vulcano che sul Parco Nazionale. Per salire fino al vulcano siciliano si potrebbe anche scegliere di avvalersi di un autobus 4×4 o di un automobile, minivan e così via. 

I mezzi a quattro ruote sono essenziali per percorrere alcuni tratti in salita, poiché la funivia non copre di certo tutto il tragitto. I tour vengono organizzati da un altissimo numero di agenzie presenti sul territorio circostante, ovvero nei pressi dei centri abitati come Taormina, Siracusa, Catania e Messina. All’interno del pacchetto si può selezionare sia l’offerta che include il/i trasporto/i, una visita guidata, l’eventuale pranzo, e una località aggiuntiva a scelta, come ad esempio le Grotte dell’Alcantara. 

I sentieri da esplorare: scalare l’Etna

In un millennio caratterizzato da numerose eruzioni, ci sono potuti registrare altrettanti cambiamenti paesaggistici attorno al cono vulcanico dell’Etna. L’area protetta si estende per 58.095 ettari attorno alla base del vulcano siciliano, e per tale ragione esistono tantissimi sentieri naturalistici nonché delle aree attrezzate per il trekking e altre attività. Infatti, i turisti provenienti da tutto il mondo sono attratti dai panorami, dalla possibilità di studiare la flora e la fauna locale, ma anche dalle formazioni rocciose e dalle strutture allestite ad hoc per la pratica degli sport invernali

L’Etna presenta paesaggi eterogenei che caratterizzano l’area della costa orientale, ma anche delle distese di boschi situate lungo i suoi fianchi. In vetta dominano invece la roccia scura generata dal magma, e più si scala il vulcano arrivando in cima, più l’osservazione geografica aumenta: si potrebbero scorgere (condizioni meteo permettendo) le coste della Calabria e l’isola di Malta. Talvolta, l’Etna diventa uno spettacolo persino di notte, quando durante un’eruzione gli zampilli e i fiumi di lava illuminano il paesaggio. Ma tornando ai tour dell’Etna, solitamente questi ultimi partono dalla Torre del Filosofo, a 2.900 metri d’altezza, percorribili tra auto e funivia. Come anticipato, durante la scalata sarà possibile notare la natura incontaminata tra crateri vulcanici, terreni lunari, antiche colate di lava e tanto altro. 

Per accedere all’Etna si può arrivare sia da nord che da sud. Sul lato nord si può raggiungere una piattaforma elevata fino a 1.800 metri sul livello del mare, dove sono presenti tantissimi posti suggestivi. Tale soluzione è perfetta per chi ha paura dell’altezza e per i principianti, poco abituati al trekking. Il lato sud, al contrario, è l’ideale per coloro che presentano uno spirito avventuriero, poiché si potranno osservare i crateri da vicino, nonché il fumo proveniente dalla cima. In quest’ultimo caso, si salirà oltre i 2.900 metri d’altezza. Ricapitolando: per arrivare ai 1.800 metri ci si può affidare ad un automobile, mentre per raggiungere i 2.500 metri si necessita di una funivia. Per arrivare ai 2.900 metri, invece, si può utilizzare un autobus 4×4 per poi proseguire un ultimo tratto a piedi, fino ai crateri.

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