La morte di Giulia Tramontano ha sicuramente sconvolto il mondo della cronaca; ancora una volta, in Italia, si è assistito ad un femminicidio, le cui dinamiche sono piuttosto standard e che, per questo motivo, risultava essere prevista da tantissime persone, fin da quando è stata denunciata la scomparsa. Il compagno di Giulia Tramontano, accusato di omicidio, è crollato durante le indagini e ha ammesso di aver assassinato la ragazza 29enne con colpi di coltellata. La sorella di Giulia Tramontano, su Instagram, ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno aiutato la famiglia, dedicando ultime parole alla ragazza scomparsa.
La lettera della sorella di Giulia Tramontano su Instagram
Attraverso un messaggio su Instagram, che vede una foto della famiglia e una lettera, la sorella di Giulia Tramontano ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno aiutato per la ricerca della ragazza scomparsa a 29 anni.
Queste le sue parole: «Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto ed aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali». Commentando la foto in cui sono ritratti, invece, la donna ha aggiunto: «La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto».
Le parole del padre di un amico di Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello è il fidanzato 30enne di Giulia Tramontano che ha ucciso la ragazza con colpi di coltellate. Il padre di un suo amico ha commentato l’omicidio, spiegando di non potersi mai aspettare un atto simile: «Era un bravo ragazzo, mai e poi mai ci saremmo aspettati da questa faccia d’angelo» ciò che poi è accaduto. Era considerato uno dei più belli della compagnia. Lui e mio figlio si sono sentiti il 30 maggio. Era sconfortato per la sparizione di Giulia, i suoi amici cercavano di consolarlo e aiutarlo. Mai e poi mai si pensava a questo epilogo. Quando abbiamo visto il telegiornale stamattina, non riuscivamo a crederci». Parole che appaiono, quanto meno, piuttosto fuori luogo, in questo momento storico e a seguito della morte della ragazza.
